venerdì 27 settembre 2013

Supera gli ostacoli



Perché un corso sulla “resilienza psicologica”? Ho deciso di
scrivere un testo su questo argomento perché ritengo che sia
importante, ora come ora, osservare attentamente lo scenario
sociale che abbiamo di fronte ogni giorno. La realtà quotidiana
con la quale dobbiamo confrontarci, e necessariamente interagire,
si presenta sempre più spesso come un difficile puzzle da
risolvere; a volte possiamo percepirla come un agglomerato
informe di frustrazione, rabbia e ansia, altre come un tunnel senza
via di uscita, altre ancora come un condensato di paure.
Nonostante sia chiaro che le difficoltà economiche sono tra le
cause più frequenti della caduta di autostima e di altri
comportamenti rinunciatari, non possiamo non notare, giorno
dopo giorno, un progressivo calcificarsi delle capacità emotive e
intellettive delle persone. Ciò significa che si sta perdendo la
forza di reagire alle situazioni difficili e questo è in gran parte il
risultato di una “perdita di memoria”, di come eravamo, di come
le generazioni precedenti hanno affrontato le rovine della seconda
guerra mondiale, ad esempio, e di come sono state capaci di
riprendere in mano la loro vita dopo quella immane catastrofe, per
ricominciare da capo.

Dalle storie che sentiamo raccontare dai
media traspare che, per molte persone, risulta sempre più difficile
superare le difficoltà materiali e morali che si presentano
quotidianamente.

L’alto tasso di omicidi/suicidi verificatisi negli ultimi periodi è la
riprova di questa dolorosa incapacità, da parte delle persone più
fragili, di non riuscire nell’intento di trovare soluzioni a traumi o
situazioni estreme di disagio materiale ed emotivo. Non si tratta
di debolezza o inadeguatezza; tutti ne siamo interessati e variano,
ovviamente, da persona a persona, le modalità di reazione, di
rielaborazione degli avvenimenti traumatici. In questo corso
affronto ed esamino le principali cause di disagio che sono
responsabili di molte situazioni penose.

 Cercherò di suggerire,con l’aiuto di esercizi pratici, quali possono essere i metodi per
sviluppare un atteggiamento resiliente e ottenere così la
percezione di avere il controllo, almeno sulla nostra persona, dal
momento che spesso gli eventi possono essere solo accettati.
L’atteggiamento che si vuole risvegliare in queste pagine è
proprio quello resiliente, per far sì che sempre più persone
possano riprendere le redini della propria esistenza continuando a
sperare. L’invito è ad assimilare la lettura con la pratica degli
esercizi proposti, solo così si otterranno buoni risultati.

Che cos’è la resilienza psicologica

Fin dagli inizi della sua applicazione, la psicologia si è
concentrata prevalentemente sulla cura delle varie patologie per
fare in modo che i pazienti potessero guarire o, quanto meno,
convivere al meglio e gestire i sintomi e le conseguenze prodotti
da un trauma.

Definizione del termine “resilienza”
È stato nella seconda metà del ’900 che, con l’espansione di nuovi
criteri, come per esempio la psicologia umanistica inizialmente e
la psicologia positiva in seguito, ha cominciato ad affermarsi e a
prendere piede un nuovo paradigma. Si tratta di una diversa
visione che ha portato gli psicologi a dirigere le proprie ricerche
verso la parte cosiddetta “sana” dell’individuo, sulle risorse e a
sviluppare dei metodi e delle strategie per potenziarle. È così che
si è verificato un passaggio significativo dalla precedente
tendenza, orientata alla cura della malattia, al più utile e proattivo
incremento dell’attenzione alla salute.
Caratteristiche della resilienza
Non è questa la sede per approfondire i fondamenti della
psicologia, tuttavia ci interessa comprendere la particolare idea
legata a quanto appena espresso. Il concetto al quale ci riferiamo è
chiamato salutogenesi ed è stato elaborato dagli studiosi con
l’intento di identificare le componenti del benessere psicologico.
Gli studi si sono sviluppati dai dati ottenuti dalle numerose
interviste fatte alle persone superstiti dell’Olocausto. Il risultato di
questa inchiesta portò a individuare il concetto di autocoerenza
che, in base a quanto appurato, comporta tre componenti
fondamentali della personalità, indispensabili per garantire e
rispettare ogni metodo che promuova la salute. Stiamo parlando
della capacità di esercitare un controllo sulle situazioni, pure se in
modo parziale o addirittura immaginandolo solamente. Questo
perché è importante riuscire a percepire la possibilità di poter
agire sulla situazione che ci ha creato disagio, elemento
fondamentale nei momenti di difficoltà. Abbiamo, poi, la seconda
caratteristica importante: la comprensibilità.

Comprendere e riorganizzare quanto di minaccioso ci sta
accadendo aiuta ad affrontare le situazioni difficili; e infine il
significato, cioè l’esito delle due attitudini appena descritte, unito
alle esperienze di vita personale e a un quadro d’insieme più
esteso. Il significato di quello che ci sta accadendo va sempre
ricercato, indagato; è il modo più veloce per avviare una verifica e
tenerci ancorati alla realtà dell’accaduto, togliendo spazio alla
mente che inizierebbe un delirante andirivieni.
SEGRETO n. 1: le componenti fondamentali per creare
benessere psicologico sono tre: esercitare autoconoscenza,
esercitare controllo, esercitare comprensibilità.